Rivista Liturgica 106/2 (2019)

La traduzione
dei libri liturgici
per lo sviluppo della riforma

Durante l’assemblea dei vescovi italiani dello scorso maggio è stato finalmente annunciato che la terza edizione del Messale Romano in lingua italiana ha ottenuto la definitiva approvazione da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Molta pubblicistica è già all’opera per ricercare le novità di questa edizione. RL non intende buttarsi a capofitto su queste “novità”, ma dedicarsi piuttosto a una riflessione approfondita sulla “traduzione” in se stessa.

Editoriale (G. Cavagnoli)

STUDI

La vicenda della traduzione. Da Liturgiam authenticam a Magnum principium (S. Tarantelli)

Liturgia e diritto. Conseguenze giuridiche della riaffermazione del Magnum principium per cui la preghiera liturgica deve essere capita dal popolo (P. Consorti)

Dal Magnum principium alla necessità di una VI Istruzione? (R. De Zan)

Chiesa locale e liturgia locale? Il «tradurre», la traditio e la ecclesia (A. Grillo)

NOTE

Tra recognitio e confirmatio. Problemi procedurali (A. Lameri)

La «traduzione» del non verbale (G. Bonaccorso)

Tradurre un canto liturgico? La traduzione e il problema del linguaggio musicale (L. Girardi)

La questione della lingua al concilio. Due inediti di Dom Cipriano Vagaggini